Sleepy Sun in concerto al Bronson di Madonna dell'Albero (RA) il 10 novembre 2010



In principio 'Embrace' ad ammaliare, poi 'Fever' – ancora sotto l’egida di ATP records (la stessa che organizza il glorioso ATP Festival e che pubblica i dischi di eroi moderni come the Drones e Fuck Buttons) – per spargere a piene mani la loro miscela deragliante di soul music in salsa garage.

...Tra riff di hard-psichedelia, insolite nomenclature blues e melodie eteree, si consuma un nuovo party all’insegna della mescalina, dove i sensi ballano ed i corpi si attorcigliano in una pulsante danza alla fine del mondo. Immaginazione in pillole, viaggi sintetici sul morbido mare percussivo, effetti strobo per quelle chitarre che si insinuano sottopelle, come la buona medicina.

Ancora più focalizzata la scrittura per nove brani che sono lisergiche vedute d’annata, poco in linea col chiasso urbano, molto prossime al manifesto ideale dell’eremita moderno. La febbre cova nelle armonie dolci e negli urli improvvisi della coppia di cantanti Bret Constantino e Rachel Williams, nella doppia sei corde di Matt Holliman e Even Reiss – i cui ubriacanti giri concentrici farciscono il disco intero – e nel tumultuoso incedere della ritmica composta da Brian Tice e Jack Allen, rispettivamente batteria e basso. Un hard-working band che si è sciroppata le aperture – in alcuni casi surclassando l’attrazione principale - per Arctic Monkey, Autolux e Mudhoney; che ha scritto una propria versione del classico west coast di Graham Nash ‘Chicago’ per una compilation/tributo che ne celebra il mito. Ed ancora la collaborazione a sorpresa con Mr.Lavelle ed i suoi U.N.K.L.E., che per il nuovo disco incamerano la spinta di questi rampanti acid-rockers californiani. Pronti a prendere ‘the world by storm’ i sei apostoli del più peccaminoso white noise sono qui ad offrirci un’afrodisiaca e sconvolgente pietanza. Onirico rock.

Gli Sleepy Sun arrivano sulla scia e sul successo di band quali Black Angels, The Drones, Okkervil River, Black Keys e Black Mountain, ma con un sound acido ed heavy che si muove tra la pscichedelia incontrollata dei Grateful Dead e la potenza noise primitiva dei My Bloody Valentine.
Il motto del gruppo è ‘let’s get weird’, una promessa ben mantenuta, perchè non ci sono davvero limiti all’onda d’urto generata dalla formazione, una spinta che a volte può essere più lucida, ma anche obliterata da sostanze psicotrope. Brian Tice (batteria), Jack Allen (basso), Rachael Williams (voce, danza) Bret Constantino (voce e armonica), Evan Reiss (chitarre) e Matt Holliman (chitarre) si incontrano da giovanissimi – età media compresa tra i 22 ed i 23 anni – nella natia Santa Cruz, accomunati da interessi quali l’ecologia, l’italianissima pizza e la musica di Neil Young. "Con la foresta e l’oceano alle nostre spalle, siamo stati attratti l’uni agli altri, come musicisti, amici ed amanti". Citando tra le loro principali influenze Black Sabbath, Creedence Clearwater Revival, Can ed i dischi della label inglese Creation hanno forgiato un suono caldo, costruito attorno ad intense jam, ma spesso anche sensibile a momenti più genuinamente acustici. Il trasferimento a San Francisco è quasi una necessità oggettiva, in quanto il gruppo voleva entrare in un giro più vasto, assaporando anche il clima di una metropoli a misura d’uomo.

Ingresso € 10 dj set dust Mercoledì 10 novembre alle ore 21.30 Bronson (Via cella, 50 - Madonna dell'albero, Ravenna)

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